Buchi Neri: il lato misterioso dell’universo
Mirella Orsi
Londra – I Buchi Neri sono da sempre uno dei misteri più affascianti dello spazio.” Protagonisti” di film, libri e racconti, sono perfetti per suscitare l’immaginazione collettiva e risvegliare la curiosità anche tra i non esperti del settore. Ai buchi neri, è stato dedicato uno dei seminari scientifici organizzati dall’ambasciata italiana a Londra. Presenti all’evento, tenutosi all’Istituto Italiano di cultura, il responsabile scientifico dell’ambasciata Prof. Roberto Di Lauro e il Vice Capo Missione dell’ambasciata Vincenzo Celeste.
Speaker della serata:
Prof. Andrew Fabian, Direttore dell’Institute of Astronomy (IoA), University of Cambridge e membro della Royal Society e Roberto Maiolino, professore alla Cavendish Laboratory (Department of Physics) e al Kavli Institute for Cosmology, presso University of Cambridge.
Gli speaker, ci hanno accompagnato in un viaggio alla scoperta di questi misteriosi oggetti astronomici che inizia addirittura nel XVIII secolo.
Infatti, era il 1763 quando John Michell in una lettera indirizzata a Henry Cavendish della Royal Society, ipottizza l’esistenza di corpi con una densità così elevata che la velocità di fuga da tali corpi risulta essere superiore alla velocità della luce.
Nel 1915, Albert Einstein pubblica la teoria di relatività generale.
Nel 1916, Karl Schwarzschild elabora quella che verrà poi chiamata la SoluzioneSchwarzschild dell’equazione della relatività generale.Nel 1967 il prof John Wheeler, definisce per la prima volta questi oggetti astronomici con il termine “Buco Nero”.
Ma cos’è un buco nero?
La definizione più classica, è di un oggetto astronomico con una forza gravitazionale talmente elevata che nulla può sfuggire dal suo interno, neanche la luce. Usando termini relativistici, diciamo che la massa tali oggetti è così densa da creare una deformazione dello spazio-tempo e la luce subisce, in dette condizioni, un Redshift gravitazionale infinito cioè perde tutta la sua energia tentando di uscire dal buco nero.
Caratteristico di questi corpi celesti è una zona chiamata Orizzonte degli eventi, un confine spazio-temporale dove qualsiasi fenomeno fisico non è osservabile dall‘esterno.
La soluzione Schwarzschild delle equazioni di Einstein (in assenza di materia), rappresenta un campo gravitazionale statico e a simmetria sferica, ciò implica l’esistenza di un confine ideale, detto appunto, orizzonte degli eventi dove sia la materia sia la luce possono muoversi solo in direzione del buco nero.
Quindi, qualunque cosa oltrepassi l’orizzonte degli eventi non sarà più in grado di tornare indietro.
Al centro del buco nero si trova una singolarità gravitazionale, un punto dello spazio-tempo dove il campo gravitazionale tende all’infinito. Nella soluzione di Schwarzschild la singolarità geometrica è collocata nell’origine delle coordinate.
Quello che abbiamo descritto ora è il Buco nero di Schwarzschild: Buco nero che riguarda appunto oggetti non rotanti e privi di carica elettrica. Questo tipo di buco nero, è quello di cui si è parlato principalmente al seminario.
Published on Italoeuropeo magazine-June 9, 2015